Presentata un’interrogazione al Ministro dell’Interno Matteo Salvini

Alberto 69

Capo Redattore Rassegna stampa
Membro dello Staff
Supermoderatore
Utente Premium
Messaggi
21,273
Punteggio reazioni
8,095
Punti
650
Porto-d-armi.jpg


Un’interrogazione al Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per conoscere le condizioni che impediscono il rilascio del porto d’armi dei cittadini riabilitati è quella presentata dai parlamentari Maria Cristina Caretta ed Emanuele Prisco (Fratelli d’Italia). L’interrogazione, a risposta scritta, è stata depositata dai deputati di FdI affinché «venga chiarita l’applicazione dell’articolo 43 del Testo unico della legge di pubblica sicurezza. Nel caso di riabilitazione penale dell’interessato, viene meno l’ostatività automatica al rilascio della licenza del porto d’armi e sia consentito ai riabilitati di poter mantenere oppure ottenere la licenza. Se un giudice decide che il cittadino è in pari con la giustizia, non si capisce perché non debba godere della pienezza dei diritti garantiti a tutti i cittadini avendo azzerato i propri conti con la giustizia». Stando a quanto riferiscono i parlamentari Caretta e Prisco «in base alla normativa vigente il rilascio della licenza di porto di fucile ad uso caccia e sportivo può essere negata sia per la sussistenza delle “condizioni ostative” al rilascio della licenza in base ad un giudizio vincolato, in caso di mancanza della “buona condotta” o in caso di “inaffidabilità nell’uso delle armi” del richiedente secondo un giudizio di natura discrezionale e non vincolante». «La questione degli effetti della riabilitazione in ordine alle sentenze di condanna che prevedono “condizioni ostative” – proseguono gli on.li Caretta e Prisco, – è stata chiarita da una giurisprudenza recente secondo la quale, in caso di “riabilitazione”, le condanne per reati ostativi possono comunque essere valutate in modo discrezionale e non vincolante».



Fonte:https://www.facebook.com/confederazioneconfavi/
 

Allegati

  • photo63695.jpg
    photo63695.jpg
    17.4 KB · Visite: 0
Speriamo che finalmente mettano fine a questa problematica...........
Dalle mia parti la Questura già adotta questo sistema una volta estinto il reato ed ottenuto la riabilitazione puoi nuovamente chiedere di ritornare in possesso della licenza per il porto d' armi sia esso da caccia che sportivo, cosa che non succede con altre Questure limitrofe
Ma come si sa siamo in Italia ed ogni testa è un Tribunale.........
 
L'avvocato Giuseppe Sbisà, che ringraziamo, ci ha segnalato una interessantissima ordinanza emanata dal Tar del Friuli Venezia Giulia l'11 giugno, con la quale si riconosce la non manifesta infondatezza della richiesta di intervento della Corte costituzionale sull'articolo 43 del Tulps. Nella lunga e articolata motivazione, i giudici amministrativi constatano come i motivi ostativi al rilascio di un porto d'armi in presenza di precedenti penali per gli specifici reati indicati, possano effettivamente presentare profili di incostituzionalità nel momento in cui si pretende che risultino automaticamente ostativi anche nel momento in cui si tratti di eventi remoti nel tempo. Si sottolinea, tra l'altro, come esista una evidente sperequazione tra chi viene condannato per il medesimo reato a una sola pena pecuniaria e chi a una pena detentiva: al primo può essere concesso un porto d'armi, al secondo invece no. La richiesta di un pronunciamento sull'articolo 43 Tulps da parte della Corte costituzionale è già stata avanzata anche dal Tar della Toscana e, a questo punto, è possibile che dall'esame da parte della suprema corte scaturisca finalmente un intervento che ristabilisca l'equilibrio in una situazione che porta a risultati decisamente grotteschi. Per leggere le motivazioni dell'ordinanza, clicca sull'allegato.
Tar Friuli.pdf


Fonte by armi e tiro
 
L'avvocato Giuseppe Sbisà, che ringraziamo, ci ha segnalato una interessantissima ordinanza emanata dal Tar del Friuli Venezia Giulia l'11 giugno, con la quale si riconosce la non manifesta infondatezza della richiesta di intervento della Corte costituzionale sull'articolo 43 del Tulps. Nella lunga e articolata motivazione, i giudici amministrativi constatano come i motivi ostativi al rilascio di un porto d'armi in presenza di precedenti penali per gli specifici reati indicati, possano effettivamente presentare profili di incostituzionalità nel momento in cui si pretende che risultino automaticamente ostativi anche nel momento in cui si tratti di eventi remoti nel tempo. Si sottolinea, tra l'altro, come esista una evidente sperequazione tra chi viene condannato per il medesimo reato a una sola pena pecuniaria e chi a una pena detentiva: al primo può essere concesso un porto d'armi, al secondo invece no. La richiesta di un pronunciamento sull'articolo 43 Tulps da parte della Corte costituzionale è già stata avanzata anche dal Tar della Toscana e, a questo punto, è possibile che dall'esame da parte della suprema corte scaturisca finalmente un intervento che ristabilisca l'equilibrio in una situazione che porta a risultati decisamente grotteschi. Per leggere le motivazioni dell'ordinanza, clicca sull'allegato.
Tar Friuli.pdf


Fonte by armi e tiro

Si parla sempre di reati minori giusto
 
Armeria online - MYGRASHOP
Sponsor 2024
Indietro
Alto