Quando facevo l'insegnante (1984-2011) non ci sono mai stati genitori che cercarono di intimidirmi. Eppure di brutti voti ne davo tanti e di studenti ne ho bocciati parecchi. Altri insegnanti hanno persino avuto genitori incazzatissimi che sono irrotti nelle loro aule facendo una scenata. Io mai. Se mai, andavano a lamentarsi dal preside, il quale (ma ne ho avuti tanti di presidi) in genere mi chiedeva di documentare bene la ragione della bocciatura o dei votacci--il che io facevo sempre--e qualche volta c'e' stato qualche preside che ha avuto la sfacciataggine di cambiare nel computer della scuola i cattivi voti che avevo dato a qualche studente, specialmente se quei cattivi voti impedivano loro di diplomarsi. Avrei potuto piantare loro una grana, ma chi ha voglia di scatenare una baruffa alla fine dell'anno quando tutto quello che vuoi e' lasciare la scuola, libri, compiti, studenti, presidi, ecc. a miglia di distanza e andare a pesca o a farti un viaggio all'estero? Se poi il somaro diplomato abusivamente impara da questo che lavorare sodo non e' necessario, di sicuro non e' stata colpa mia. Io ho fatto quello che dovevo fare. Se poi un preside stronzo disfa' cio' che ho fatto, io ho la coscienza pulita. Lui no. E uno dei miei presidi che ricorreva spesso a questi trucchetti (noi insegnanti chiamavamo questi diplomi regalati dal preside ai somari "Miracoli di Maggio") divento' in seguito "commissioner" (diciamo cosi' una sottospecie di ministro) della pubblica istruzione dell'Alaska. Dal che e' provato, come se fosse necessario provarlo ancora una volta, che nella latrina della politica sono sempre le **** piu' grosse che vengono a galla al di sopra di quelle piu' piccole.