Ordine: Passeriformi – Famiglia: Turdidi – Genere: Turdus – Specie: philomelos

DESCRIZIONE

Il tordo bottaccio è un bellissimo turdide di circa 23 cm di lunghezza. Presenta una colorazione del piumaggio abbastanza varia, infatti la parte superiore del corpo è di colore scuro, la gola color crema con piccole e rare macchie castane, mentre il ventre è di colore bianco-grigiastro con macchie ovali brune sul petto e fianchi. I due sessi non presentano nessun dimorfismo sessuale e pertanto, fatta eccezione per il canto, non è possibile distinguere,dal solo piumaggio, il maschio dalla femmina. Il canto di questo uccello è molto apprezzato in quanto molto sonoro, anche se rispetto a quello del merlo è meno vario.

HABITAT

Boschi di conifere, campagne coltivate a frutteti, giardini, piazze alberate, oliveti, macchie vigneti, macchia mediterranea

ALIMENTAZIONE:

L’alimentazione è costituita essenzialmente da insetti di vario tipo, ghiande, piccoli semi e frutta di cui è molto goloso e per questo motivo si spinge in pianura e arriva fino in città.

RIPRODUZIONE

Il periodo riproduttivo ha inizio verso Aprile, quando il clima incomincia a diventare più mite, ma la costruzione del nido, che è opera della femmina, avviene prima verso Marzo. Il nido è generalmente posto tra i cespugli o sugli alberi a poca distanza dal suolo ed è realizzato, esternamente, con ramoscelli, muschio, licheni ed erba, mentre l’interno è intonacato con malta frammista e legno bagnato, cementificato con la saliva e lisciato con il petto. La femmina vi depone 4-5 uova di colore bluastro macchiettate di scuro, che cova da sola. Durante la cova la femmina non viene aiutata dal maschio e quindi molto spesso è costretta ad abbandonare il nido e le uova per alimentarsi. Alla schiusa delle uova, entrambi i genitori uniscono le proprie forze per allevare la prole.

MIGRAZIONE

Il Tordo Bottaccio vive soprattutto in Europa del nord, in Asia e in alcune regioni dell’Africa. In Italia è un uccello di passo invernale, ma non disdegna nidificare sulle cime delle nostre montagne, come ad esempio le Alpi o l’Appennino centrale. Verso l’inizio dell’autunno arrivano stormi numerosissimi di questi uccelli, per svernare nella nostra penisola soprattutto nell’Italia meridionale e tra le campagne della maremma toscana.