I tre personaggi sono Giammario (Beghelli), Silvano (oggi ex cacciatore, Arrigoni) e il sottoscritto (Zarattini).I n quegli anni andammo insieme (forse l'unica volta) a sparare il piattello a Lecce. Inutile dire che i risultati furono disastrosi. Giammario (Beghelli),quando era il suo turno, sparava i due colpi in rapidissima successione. Alla domanda di Silvano(Arrigoni) perchè sparasse in quel modo, fra l'altro con risultato nullo, rispondeva che il suo era un tempo da tiro al piccione, donda la sua qualifica di "piccionista". Silvano (Arrigoni) si qualificava "cacciatore di beccacce",donde la sua qualifica di "beccaccista".Infine il sottoscritto (Zarattini) aveva la qualifica di "piattellista" dato il negativo risultato sui piattelli. Naturalmente nelle poesie mi sono divertito a canzonare bonariamente i due compagni di caccia, ottenendo anche il loro plauso. Le poesie, come al solito, sono scritte in "ottave" con rima alternata o baciata a seconda dell'estro! In foto  Beghelli (quello con i baffi) ed io, scattata l'8 gennaio di quest'anno quando abbiamo realizzato un discreto carniere, descritto nel racconto "Finalmente una giornata da ricordare.

 Riccardo Turi

In palude


In un giorno ben studiato,

a germani ed a fischioni

nella zona di Corato

con Beghelli va Arrigoni.

E’ già il posto sistemato,

con capanno e seggiolini,

quando zitto e “defilato”

ecco arriva Zarattini.

Ha Beghelli l’esperienza,

Arrigoni la pazienza,

Zarattini,col suo Breda,

non fallisce alcuna preda!

D’improvviso c’è un fischione,

Arrigoni è fuori zona,

fa Beghelli un padellone,

Zarattini non perdona!

Arrigoni è assai incazzato,

si giustifica Beghelli:

“Ho sparato defilato,

io non sbaglio mai gli uccelli!”

Zarattini,dal suo posto,

se la ride ben nascosto.

Ecco ancora un bel germano,

ben a tiro per Beghelli,

ma lo sgarra quel marrano

col suo lucido Benelli.

Or Beghelli è un po’ turbato,

Arrigoni esasperato:

“Ti do l’oscar dei somari,

se a sparare non impari!”

Si conclude la cacciata

A metà della giornata.

Zarattini,che è un filone,.

Nel carniere ha un bel fischione.


(Zippone 1984)

 

 

Ad Acquatici


Un mattino di gennaio,

mentre infuria un temporale,

ferma presso un benzinaio

c’è una Golf nera e spettrale.

Gli occupanti son famosi,

cacciatori strepitosi:

c’è Arrigoni il”beccaccista”,

con Beghelli il “piccionista”,

li accompagna un grande artista

Zarattini il “piattellista”.

Si dirigono i compari

Sulla strada a nord di Bari.

C’è una piana acquitrinosa

Nella zona di Canosa;

beccaccini e trampolieri

per la gioia dei carnieri.

Son padelle e padelloni

Fra Beghelli ed Arrigoni.

Non fallisce beccaccini

Solamente Zarattini.

I fucili son roventi,

pien d’uccelli gli acquitrini,

 

ma i carnieri son scadenti

tranne quel di Zarattini.

“La cartuccia non va bene!”,

fa Beghelli un po’ eccitato.

“Lamentarsi non conviene”,

fa Arrigoni sconsolato.

 

 

Per sparare a questi uccelli

Ci vuol l’arte dei campioni;

non è il caso di Beghelli,

tanto meno di Arrigoni.

Chi è in forma portentosa

(non c’è scampo per la preda!)

Nella piana di Canosa?

Zarattini col suo Breda!

Quasi verso mezzogiorno,

sulla strada del ritorno,

nella melma fino al collo

va a finire come un pollo,

con in spalla il suo Benelli

quell’incauto di Beghelli.

In soccorso va Arrigoni

Bene armato di bastoni,

ma nell’acqua quel pivello

piomba in tuffo col cappello.

Zarattini a queste scene

Dal gran rider quasi sviene.

Verso l’una ognun si siede,

si conteggiano le prede.

Ha Beghelli un trampoliere,

Arrigoni un sol piviere.

Zarattini,che è un drittone,

ha un carnier da esposizione.


(Zippone 1984)