Siamo nell'autunno 1986 e l'amico Giammario (Beghelli) possiede delle quote azionarie di questa valle di pesca acquistate dal padre negli anni '70. L'attività prevalente è l'allevamento del pesce,la caccia è un'attività marginale,riservata ai soci nella residua zona paludosa che è rimasta dopo la bonifica e l'allestimento delle vasche per il pesce. Non è che si faccia granchè come caccia,ma in mancanza d'altro è meglio di niente. Dunque siamo invitati il 30 novembre e ci sistemano in una delle ultime vasche di palude con un discreto canneto.Siamo per tempo nell'appostamento e dopo aver sistemato gli stampi aspettiamo l'alba.Nella scarsa luce prima dell'alba,due alzavole saettano sugli stampi.Ci alziamo per tempo e appena s'impennano le fulminiamo entrambe.Come inizio non c'è male! Ma nonostante le buone premesse la giornata è vuota di caccia bianca;in compenso ci sono parecchie folaghe per cui il divertimento è assicurato.Ad un certo punto noto che nel canneto che abbiamo di fronte a 60/70 metri,si sono radunate molte folaghe.Allora decido di uscire per cercare di accostarle dalla stradina che costeggia l'argine.Mentre avanzo verso le folaghe, improvvisamente mi arrivano in testa due codoni abbastanza alti.Due colpi in rapida successione e ne cade uno nell'acqua.Marco il punto di caduta e mi avvio con cautela per recuperarlo.L'acqua mi arriva oltre il ginocchio e pur con gli stivali a coscia devo fare molta attenzione.Quando arrivo sul punto,che è pieno di vegetazione, del codone non c'è traccia.Eppure ho visto bene il punto! Dopo un buon quarto d'ora di ricerca,proprio mentre sconsolato sto per tornare indietro,ecco che con la coda dell'occhio lo vedo:era così mimetizzato con la vegetazione che, pur essendoci passato sopra più volte non lo vedevo.Soddisfatto della preda mi avvicino al canneto delle folaghe. Quando arrivo a tiro si alza letteralmente un "mare" di folaghe.Con il mio Breda non faccio in tempo a caricare che già devo sparare:è una strage.Le folaghe non le raccolgo.Le recupereremo alla fine con il barchino.Torno all'appostamento da Giammario il quale anche lui ha sparato molte folaghe. Sono circa le 10 quando decidiamo di smettere e di andare al barchino per recuperare le folaghe.Mentre camminiamo sull'argine,nella vasca a fianco, proprio al centro a circa 50 metri,vedo un moriglione che nuota.Pur essendo lontano tento ugualmente il colpo e sono fortunato perchè lo vedo colpito. Allora entro con il fucile nella vasca per recuperarlo,ma il moriglione è solo ferito e la profondità dell'acqua è tale che sfiora il margine superiore degli stivali.Per farla breve,il moriglione si immergeva ed io cercavo di spararlo quando riemergeva.Alla fine la mia costanza viene premiata e riesco a recuperarlo. Arrivati al barchino dotato di pertica,dico subito a Giammario che è lui che lo deve guidare perchè io ho un dolore alla spalla.Giammario,improvvisato barcaiolo,invece di far andare il barchino avanti lo faceva andare indietro mentre io letteralmente mi scompisciavo (come diceva Totò) dalle risate. Alla fine non recuperiamo nemmeno tutte le folaghe perchè Giammario era a pezzi e non voleva neppure riportare il barchino al suo posto.Lui si innervosiva ed io ridevo! In conclusione il carniere era: 2 alzavole,un codone,un moriglione e 60 folaghe.La solita fotografia immortala un carniere comunque soddisfacente.

 

Riccardo Turi

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