Fasano di Puglia. Siamo verso la metà degli anni '60.

La nostra comitiva venatoria,composta dal sottoscritto,zio Franco,Feluccio,Sebastiano,Vito,Bebè,e qualche altro amico occasionale,è solita recarsi a caccia – quando nella nostra zona c'è poco da sparare-nel Brindisino (Mesagne,Sandonaci,Cutrofiano) e nel Leccese (Maglie,Campi Salentina,Casalabate).Come al solito siamo di domenica e,sull'onda di una notizia "certa",ci rechiamo a Casalabate vicino Lecce.Devo dire che tutte le volte che andavamo in quelle zone ci sentivamo rispondere pressappoco così:"E voi adesso arrivate?Qui stanno sparando da un mese!!".Anche questa volta la situazione è la stessa: belle zone ma pochi tordi.Verso le 9,30 ci ritiriamo alle macchine con carnieri che non superano i 5,6 tordi. Siamo tutti impazienti di tornarcene a casa,ma Vito non si vede.Cominciamo a chiamarlo,a fischiare con i bossoli delle cartucce ma non arriva nessuna risposta.Fra l'altro non si sente sparare,ma soltanto qualche colpo ogni 20-30 minuti.Dopo un tempo per noi interminabile,finalmente sentiamo in lontananza Vito gridare:"Veneit dò ca se main a bott" (letteralmente"Venite quà che si

mena la botta).Poichè sembra che sia abbastanza lontano,vado io che sono il più giovane a chiamarlo.Una volta raggiunto vedo che il suo carniere è di soli 8 tordi,che non giustificavano il fatto che non si fosse ritirato.Quando insieme arriviamo dove sono gli altri,il povero Vito viene coperto di improperi per l'abbondante ora persa.Da quel giorno e non poteva essere diversamente,per tutti Vito fu:"Vetucc a bott!".

 

Riccardo Turi