Gallo cedrone (Tetrao urogallus)
Il gallo cedrone fa attualmente registrare una diminuzione generalizzata, già in atto alla fine del secolo scorso e accentuatasi dagli anni ‘50. Le cause del declino sono molteplici: trasformazioni ambientali, caccia e bracconaggio, inadeguata gestione forestale, disturbo antropico, parassitosi, scarsa fecondità, alta mortalità giovanile.

 

Status e distribuzione del gallo cedrone
 

Il gallo cedrone (Tetrao urogallus) è una specie politipica diffusa con 4 sottospecie nelle zone forestali dell’Eurasia settentrionale e localmente su alcuni sistemi montuosi meridionali. Sulle Alpi il gallo cedrone è presente la sottospecie urogallus. In Italia il gallo cedrone è attualmente sedentario e nidificante nei settori centro-orientali, mentre è da considerarsi estinto da quelli occidentali dall’inizio del secolo attuale. La distribuzione altitudinale del gallo cedrone è compresa tra 700 e 2.000 metri (max tra 1.100 e 1.600 metri). La consistenza nazionale è valutata in 2.000-3.500 maschi in primavera. La specie è inserita dall'IUCN nella categoria di minaccia LC-Least Concern (a rischio minimo).
 

Biologia del gallo cedrone
 

Grosso e possente Tetraonide, il gallo cedone è caratterizzato da un marcato dimorfismo sessuale. Il maschio è scuro con un’ampia coda a ventaglio. Il periodo riproduttivo inizia ad aprile, quando i maschi occupano le arene (lek) per attirare le femmine emettendo il caratteristico verso. L’habitat preferenziale del gallo cedrone si situa in vasti complessi forestali di conifere, maturi e disetanei, umidi e freschi, ricchi di radure e di folto sottobosco, caratterizzati da rilevante rinnovamento naturale e non soggetti a disturbo antropico. Sono preferiti i boschi accidentati, con pendii ricchi di massi affioranti e acervi di formiche. Si riproduce in regime di poligamia ed evidenzia un comportamento abbastanza simile a quello del fagiano di monte. Sedentario, compie locali erratismi stagionali.  

Conservazione del gallo cedrone
 

Questo Tetraonide fa attualmente registrare una diminuzione generalizzata, già in atto alla fine del secolo scorso e accentuatasi dagli anni ‘50. Sulle Alpi Carniche la rarefazione nel periodo 1955-1980 è stata del 75% circa. Le cause del declino sono molteplici: trasformazioni ambientali, caccia e bracconaggio, inadeguata gestione forestale, disturbo antropico, parassitosi, scarsa fecondità, alta mortalità giovanile. 

In Valle d’Aosta, alla fine degli anni ’70, è stato fatto un tentativo di reintroduzione di gallo cedrone che ha avuto esito negativo. La conservazione delle popolazioni di gallo cedrone è legata ad una migliore conoscenza della consistenza e localizzazione delle arene di canto e a una corretta programmazione dei trattamenti selvicolturali