Per prima cosa ci servirà una stanza che sarà dedicata completamente a questo nostro hobby o perlomeno, deve essere la nostra stanza, dove non deve esistere l’andirivieni di mogli, figli o altre persone che contribuiscano a fare confusione. Dobbiamo limitare al massimo la possibilità di errori dovuti alla disattenzione in quanto stiamo maneggiando materiali esplosivi e questa è una cosa da tenere sempre in considerazione.

 

Il tavolo da lavoro deve essere ampio per poter appoggiare tutti i nostri attrezzi, diciamo o una scrivania o un comune tavolo rettangolare robusto, con sopra un bel panno ben teso bloccato se possibile con delle puntine o con dei morsetti. Io come panno preferisco quello verde del tipo che si usa per i tavoli da gioco, che mi permette di far risaltare bene gli eventuali componenti (pallini e polveri) che giocoforza andranno a cadere sul panno. Poi è ruvido quanto basta da non far scivolare troppo in giro soprattutto i pallini.

 

La bilancia di precisione che possiamo scegliere tra un tipo tradizionale a piattini asportabili ed in confezione di legno, o un tipo moderno di quelle digitali con display a cristalli liquidi e funzionamento a batterie. Importante è però avere la possibilità di pesare al centigrammo, poiché le dosi nella ricarica delle cartucce a pallini sono espresse sempre o quasi con l’estensione centesimale.

 

Un paio di misurini di quelli con manico in legno e corpo in ottone, meglio se dotati di possibilità di regolazione micrometrica tramite una piccola vite di fissaggio. Ne servirà uno più grande per polveri voluminose e dosi di piombo che andranno da circa 28 a 46 grammi, ed uno più piccolo per polveri dense e dosi di piombo che andranno da circa 22 a 38 grammi.

 

Un calcaborre in legno o plastica del calibro desiderato.

 

Un piccolo imbuto che io preferisco in metallo, perché “balla” meno e anche sbattendoci inavvertitamente, spesso non cade, a differenza di quello in plastica che è molto più “ballerino”, anche se bisogna dire che in termini di lavoro offrono entrambi le medesime prestazioni.

 

Due o tre contenitori per polvere e piombo, io preferisco i porta cucchiaini da bar perché sono giustamente capienti e soprattutto perché hanno il fondo appesantito da circa un centimetro di materiale massiccio e le pareti leggere, in maniera che anche in questo caso se dovessimo sbatterci inavvertitamente non rischiamo di ribaltarne il contenuto, che esso sia polvere o (ahimè) piombo, mentre con normali contenitori barattoli vari ecc. ecc. è facile fare il patatrac !!

 

Uno o due pianetti portabossoli in legno o plastica, con foro di altezza di almeno 30/35 mm, di larghezza utile per il calibro che andrete a ricaricare, in maniera di posizionare i bossoli l’uno vicino all’altro per rendere l’operazione di ricarica più rapida e per far si che i bossoli urtati accidentalmente non facciano cadere il loro contenuto. Normalmente tali palmelle vengono costruite per contenere un numero pari di cartucce, come per esempio 50 o 100, con i fori suddivisi in file di 5 o 10.

 

Due coltelli, uno dalla lama liscia e uno dalla lama seghettata, il primo per tagliare eventuali borre in sughero o agglomerati vari per ridurne l’altezza, il secondo per tagliare le eventuali cartucce in plastica che per qualche motivo non sono venute bene e abbiamo quindi la necessità di recuperarne il contenuto. Alcuni caricatori utilizzano a questo scopo, anche un buon cutter, sostituendo o integrando di fatto i due coltelli.

 

Una pinzetta in metallo per raccogliere pallini che andranno ad annidarsi in posti scomodi dove le mani non riescono a raggiungerli, come ad esempio all’interno della tavoletta portabossoli.

 

Un attrezzo con manico in legno e punta a vite (tipo succhiello o cavatappi) per estrarre dalle cartucce tagliate in precedenza, le eventuali borre in feltro o plastica.

 

Un ricalibratore per riportare il fondello delle cartucce già sparate, all’esatto diametro originale.

 

Un leva metti inneschi, per togliere inneschi da cartucce sparate e rimetterne di nuovi sui bossoli recuperati.

 

Un dosatore manuale di polvere e piombo del tipo a leva meccanica con regolatore volumetrico della camera di contenimento della polvere o del piombo e bloccaggio tramite vite di fissaggio. Possiamo migliorare la precisione delle pesate, se aggiungiamo il cosiddetto "baffo per dosatore" che è un accessorio utile per ottenere pesature ancora più precise perché annulla l’effetto della pressione della polvere e del piombo.

Un calibro meglio se con display a cristalli liquidi, per misurare l’esatta altezza dei bossoli e soprattutto per misurare l’altezza delle cartucce finite.

 

Una macchina orlatrice elettrica, ne esistono di diversi tipi e prezzi e tutte svolgono egregiamente il loro dovere, ma io preferisco utilizzare un trapano elettronico a giri variabili fissato su di una colonna robusta e provvista di fermo meccanico manuale, in maniera di bloccare la corsa di scorrimento sempre alla giusta altezza così da orlare tutte la cartucce alla stessa identica misura. E’ possibile utilizzare anche un trapanino a 1/2 colonna sempre a giri variabili.

 

Una bobina orlatrice, ne esistono di diversi tipi e costi. Il mio parere personale è quello di acquistare una bobina in acciaio e non in bronzo o ottone perché quest’ultime sono prodotte per pressofusione e non tramite lavorazioni e quindi hanno una precisione nettamente inferiore. La differenza di costo è notevole, ma credetemi una bobina in acciaio vi permetterà di realizzare un’orlo splendido addirittura migliore di quello che vedete sulle cartucce originali dei migliori produttori mondiali e la stessa bobina durerà tanti di quegli anni che vi dimenticherete di quando l’avete acquistata.

 

Una bobina incisore o stellatrice, vale lo stesso identico discorso fatto per la bobina orlatrice, ne esistono di tanti tipi ma le migliori per qualità e funzionamento, sono quelle in acciaio, ottenute per lavorazione e non per fusione. Serve per fare le pieghe al bossolo prima della successiva orlatura, ottenendo cosi’ la chiusura stellare. Non serve per fare le chiusure tonde.

 

Un manuale con le dosi di ricarica (ottimi quelli di Antonio Granelli e Pierluigi Gallina, ma soprattutto il più attuale di Gianluca Garolini) dove attingere i dati per iniziare senza andare allo sbaraglio e creare bombe pericolose.